Misinformation Monitor: Maggio 2021

Una nuova edizione del Misinformation Monitor di NewsGuard, una newsletter sulla misinformazione con dati esclusivi provenienti da cinque paesi. Abbonati per ricevere il Misinformation Monitor sulla tua casella di posta o scarica NewsGuard per il tuo browser.

Scritto da Melissa Goldin, John Gregory e Kendrick McDonald
A cura di Chandler Kidd, Chine Labbé, Bron Maher, Virginia Padovese e Marie Richter


In che modo un database del governo statunitense alimenta la pericolosa misinformazione sui vaccini

Foto di Anna Shvets da Pexels

Il 30 aprile il sito statunitense Natural News ha pubblicato un articolo affermando che una bambina di due anni che a fine febbraio aveva ricevuto la seconda dose del vaccino Pfizer-BioNTech contro il COVID-19 nel corso delle sperimentazioni cliniche sui bambini era morta. Anche il giornalista italiano Cesare Sacchetti, proprietario del sito LaCrunaDellAgo.net ha condiviso su Telegram la notizia. La verità? Secondo quanto si legge su un comunicato stampa della Pfizer, i bambini sotto i cinque anni non hanno preso parte alla sperimentazione prima di aprile.

Natural News ha ripreso questa falsa affermazione da una fonte che ha pubblicato ripetutamente misinformazione sulla pandemia: il sito web Great Game India, che nel gennaio 2020 aveva diffuso la notizia falsa secondo cui il virus del COVID-19 sarebbe stato rubato da un laboratorio canadese.

L’unica fonte citata da entrambi i siti a supporto della notizia della morte della bambina era il Vaccine Adverse Event Reporting System, o VAERS, un database gestito in modo congiunto dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) statunitensi e dalla U.S. Food and Drug Administration (FDA). Sul suo sito il VAERS si descrive come “un sistema nazionale di allerta precoce per rilevare possibili problemi di sicurezza nei vaccini autorizzati per l’uso negli Stati Uniti”.

È vero che il 5 marzo 2021 è stato presentata al VAERS una segnalazione in cui si afferma che una bambina di due anni della Virginia aveva ricevuto un vaccino contro il COVID-19 il 25 febbraio, aveva sviluppato effetti collaterali il primo marzo, ed era morta due giorni dopo. Stando a quanto scritto nella segnalazione, la bambina era stata ricoverata in ospedale per 17 giorni, fatto che Great Game India ha interpretato credendo che “la bambina si fosse ammalata dopo la somministrazione della prima dose. Ma qualcuno le ha comunque somministrato la seconda dose di vaccino”.

Sull’articolo di Great Game India si legge anche: “la Pfizer dice che la sperimentazione riguardava i bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni” e “come mai una bambina di 2 anni è stata vaccinata?”.

La verità è che il fatto non si è mai verificato. La portavoce dei CDC Kristen Nordlund ha spiegato a USA Today, in occasione della stesura di un articolo dedicato al fact-checking della notizia di Natural News, che quella segnalazione era “completamente inventata” e i CDC avevano preso la rara decisione di rimuoverla dal sistema.

Questa non è l’unica volta che gli attivisti no-vax si sono serviti dei dati del VAERS per sostenere, falsamente, che i vaccini contro il COVID-19 possono causare o hanno causato morte, infertilità o altri effetti collaterali. Utilizzando i dati di NewsWhip, una società di analisi dei social media, NewsGuard ha scoperto che fonti considerate inaffidabili da NewsGuard, come Natural News e Great Game India, rappresentano oltre l’80% dell’engagement di Facebook relativo ad articoli che citano in modo prominente il VAERS.

Come spiegato qui di seguito, il VAERS è stato istituito nel 1990 dalla legislazione federale che richiede agli operatori sanitari di segnalare i casi di reazioni avverse legate ai vaccini. Sebbene le segnalazioni non siano esaminate prima di venire inserite nel database del VAERS, la maggior parte di esse sono reali o almeno presentate in buona fede. Ma questo era prima dell’avvento di Internet, che consente a chiunque di presentare qualsiasi segnalazione al VAERS ottenendone una pubblicazione immediata e visibile a tutti.

Screenshot via NewsGuard

 


Ricevi il Misinformation Monitor nella tua posta

NewsGuard si impegna nel combattere la misinformazione attraverso l’uso dell’intelligenza umana, valutando l’affidabilità dei siti di notizie. Le nostre analisi, compilate sulla base di nove criteri giornalistici ampiamente riconosciuti, offrono ai lettori uno strumento per capire ciò che leggono online grazie ai punteggi (da 0 a 100) assegnati ai siti, e grazie alle icone verdi (per i siti generalmente affidabili) e rosse (per i siti generalmente non affidabili). Usa questo form per leggere la newsletter nel tuo browser e iscriviti.

  • This field is for validation purposes and should be left unchanged.

Una piattaforma per l’informazione (e la misinformazione) sui vaccini

Il VAERS è un sistema assordante proprio per la sua natura. Raccoglie segnalazioni non verificate di presunte reazioni avverse ai vaccini. Il database accetta segnalazioni basate sul sentito dire o prive di un collegamento plausibile a un vaccino, come un decesso in un incidente d’auto durante il viaggio di ritorno a casa di una persona che aveva appena ricevuto un vaccino. I produttori di vaccini sono tenuti a inviare le segnalazioni, ma in realtà chiunque può inviare segnalazioni al VAERS, anche senza fornire un nome o un contatto di riferimento.

Il VAERS è un sistema con una quantità di informazioni tale che chiunque può proiettarci la propria agenda. Ha tutti i potenziali vantaggi, e le potenziali insidie, di una piattaforma come Facebook ad uso di chiunque sia interessato ai vaccini. E durante il più grande sforzo di vaccinazione nella storia, è un sistema di allarme preventivo che, per un gruppo ristretto ma molto rumoroso di attivisti, diventa uno strumento per suonare un falso allarme a un volume altissimo.

L’uso improprio del VAERS da parte del movimento no-vax durante la campagna vaccinale contro il COVID-19 non è una sorpresa per il dottor Paul Offit, direttore del Vaccine Education Center presso il Children’s Hospital di Philadelphia e membro del comitato consultivo per i vaccini della FDA.

“I no-vax diranno sempre, ‘Guarda tutti questi morti, guarda tutti i danni che stanno facendo questi vaccini. Lo faranno sempre, e ci sarà sempre un gruppo di persone che ci crederà, e l’unico modo per evitarlo sarebbe trasferirsi tutti su un pianeta dominato dalla ragione e dalla logica” ha affermato Offit.

Nonostante tutto, Offit e molti altri funzionari della sanità pubblica considerano la vulnerabilità e la possibile manipolazione del sistema un rischio necessario, e ritengono che la portata e la trasparenza del VAERS siano un chiaro segno di quanto seriamente il governo prenda la sicurezza dei vaccini e i loro potenziali rischi.

Un ‘generatore di ipotesi’: l’accessibilità rende il VAERS efficace, ma vulnerabile

Nei primi sei mesi della più grossa campagna vaccinale della storia, la maggior parte delle segnalazioni al VAERS relative ai vaccini contro il COVID-19 sono arrivate dai singoli cittadini. Per altri vaccini invece, la maggior parte delle segnalazioni proveniva dai produttori dei vaccini stessi.

Fonti delle segnalazioni al VAERS dal 14 dicembre 2020 al 10 maggio 2021

*Informazioni fornite da un portavoce dei CDC a NewsGuard via email

Questa tendenza al crowdsourcing non è del tutto negativa. Dato che chiunque può segnalare un problema al VAERS, il sistema è in grado di rilevare rapidamente reazioni avverse rare e gravi. Secondo gli esperti, identificare il raro rischio di coaguli di sangue a seguito del vaccino contro il COVID-19 di Johnson & Johnson è stato un esempio di come il VAERS abbia funzionato esattamente come previsto.

“Gli studi clinici erano ampi, ma non abbastanza da gestire un evento che potrebbe essere uno su un milione”, ha affermato Susan Ellenberg, professoressa di biostatistica, etica medica e politica sanitaria presso l’Università Perelman School of Medicine della Pennsylvania. “Una volta che inizi a vaccinare diversi milioni di persone, puoi cominciare a vedere queste cose, e quello era abbastanza insolito da attirare l’attenzione delle persone che monitoravano questi dati”.

Avere un database così ampio consente al VAERS di agire come un “generatore di ipotesi”, ha spiegato a NewsGuard in un’intervista telefonica il dottor Tom Shimabukuro, vicedirettore dell’ufficio per la sicurezza dell’immunizzazione dei CDC. Una volta individuato un trend inaspettato o un problema di sicurezza, le agenzie sanitarie governative possono testare tale ipotesi con l’aiuto dei sistemi di monitoraggio dei vaccini, come il Vaccine Safety Datalink, grazie al quale i CDC hanno accesso ai dati sanitari elettronici di 12 milioni di persone provenienti da nove grandi organizzazioni sanitarie.

Tuttavia, l’accessibilità e la trasparenza del VAERS rendono il sistema vulnerabile a false segnalazioni, anche quelle derivanti da uno sforzo coordinato da parte delle organizzazioni no-vax, se solo lo volessero.

“Se le persone volessero riunirsi in modo organizzato e inondare il sistema di segnalazioni, potrebbero farlo”, ha spiegato Shimabukuro. “Riteniamo che sia raro… Dobbiamo trovare un equilibrio tra rendere il sistema accessibile e assicurarci di non ricevere segnalazioni false”.

In passato sono state identificate segnalazioni false. Un esempio su tutti: l’anestesista James Laidler ha dimostrato il potenziale uso improprio del VAERS presentando una segnalazione nel 2004, sostenendo che il vaccino antinfluenzale lo avesse trasformato nell’incredibile Hulk. La segnalazione è stata rimossa dal VAER dopo che i CDC hanno contattato Laidler.

I CDC sostengono di seguire tutte le segnalazioni di decessi al VAERS richiedendo cartelle cliniche, rapporti di autopsia e certificati di morte. “È stato durante quel processo che i CDC hanno scoperto che la segnalazione [sulla morte della bambina di due anni] presentata al VAERS era falsa”, ha spiegato Nordlund in un’email a NewsGuard. Nordlund non ha spiegato esattamente come i CDC abbiano determinato che la segnalazione era falsa.

“Insignificante per il pubblico in generale”: il VAERS spiega chiaramente i suoi limiti, ma alcune piattaforme che ospitano i suoi dati no

Sul sito web del VAERS non mancano gli avvertimenti su come i dati non dovrebbero essere interpretati. Le pagine intitolate Il VAERS, Guida per interpretare i dati del VAERS e I Dati del VAERS offrono informazioni chiare su come una segnalazione non implichi che un vaccino abbia causato la reazione avversa. Una pagina sulle domande frequenti include un elenco dei punti di forza e dei limiti del VAERS. La pagina spiega che i dati del VAERS “non possono determinare se il vaccino abbia causato la reazione avversa segnalata” e riconosce che questo “abbia causato confusione in relazione ai dati disponibili al pubblico… in particolare per quanto riguarda il numero di decessi segnalati”. L’elenco dei limiti dice anche che i dati del VAERS “a volte contengono errori” e “non possono essere utilizzati per determinare la frequenza delle reazioni avverse”.

E anche per coloro che non leggono queste pagine, l’accesso ai dati del VAERS richiede almeno che un lettore veda un disclaimer che spiega i molti limiti del database e poi faccia un click su un pulsante “Accetto” prima di cercare le singole segnalazioni.

Con il lancio dei vaccini contro il COVID-19, i CDC hanno aumentato ulteriormente le informazioni sulle segnalazioni al VAERS, affermando sul sito: “Una revisione delle informazioni cliniche disponibili, inclusi certificati di morte, autopsie e cartelle cliniche non ha stabilito un nesso di causalità con i vaccini contro il COVID-19”.

Tuttavia, esistono piattaforme alternative in cui chiunque può accedere ai dati del VAERS senza visualizzare la chiara spiegazione dei CDC sui suoi numerosi limiti. Una di queste, MedAlerts.org, è gestita da un gruppo no-vax chiamato National Vaccine Information Center, il cui sito, secondo l’analisi di NewsGuard, ha pubblicato ripetutamente informazioni false sulla salute.

Un’altra, OpenVAERS.org, non identifica chi gestisce il sito. In un’email dell’aprile 2021 il sito ha spiegato a NewsGuard di essere di proprietà di “un piccolo gruppo di genitori con bambini danneggiati dai vaccini”. Il sito elenca i numeri grezzi di decessi e ospedalizzazioni attribuiti alle vaccinazioni contro il COVID-19, senza spiegare che tali segnalazioni non sono state controllate, né per verificate che siano realmente avvenute, né per valutare un’eventuale correlazione con il vaccino.

Il dottor Offit, del Children’s Hospital di Philadelphia e del comitato consultivo per i vaccini della FDA, ha dichiarato a NewsGuard che, sebbene il sistema possa essere utile ai medici e ai funzionari della sanità pubblica, il suo valore per il pubblico in generale è discutibile. “Penso che il VAERS non abbia senso per il pubblico in generale perché le persone non possono capire se le correlazioni siano reali o meno”, ha spiegato.

L’effetto Facebook: dati mal interpretati sui social media

Tra l’11 dicembre 2020, quando la FDA ha autorizzato il primo vaccino contro il COVID-19, e il il maggio 2021, gli articoli che menzionavano in modo prominente il VAERS hanno ricevuto oltre 1,1 milioni di interazioni – like, commenti o condivisioni – su Facebook, secondo i dati di NewsWhip, una società di social media intelligence.

In particolare, circa due terzi dell’engagement proveniva da un solo articolo: la storia di una donna dello Utah morta a febbraio dopo aver ricevuto la seconda dose di vaccino, che è stata pubblicata sui siti web di almeno 58 emittenti televisive locali di proprietà di Sinclair Broadcast. Molti di questi articoli sono stati in seguito aggiornati spiegando che l’Ufficio di medicina legale dello Utah aveva rilasciato una dichiarazione secondo cui “Non ci sono prove che i vaccini contro il COVID-19 abbiano causato decessi nello Utah”.

Tralasciando questo articolo, NewsGuard ha scoperto che oltre l’80% dell’engagement su Facebook relativo agli articoli con informazioni sul VAERS proveniva da siti considerati inaffidabili da NewsGuard, comprese note fonti di misinformazione sui vaccini, come Children’s Health Defense, il gruppo gestito da Robert F.Kennedy Jr.

* Informazioni fornite da un portavoce dei CDC a NewsGuard via email

Alcuni articoli che distorcono i dati del VAERS affermano che i vaccini sono la causa degli effetti collaterali segnalati. Ad esempio, il personal trainer e life coach Christian Elliot ha dichiarato sul suo sito DeconstructingConventional.com: “al momento della stesura di questo articolo il VAERS riporta oltre 2.200 decessi a causa degli attuali vaccini COVID, nonché quasi 60.000 reazioni avverse”.

Molti articoli esaminati da NewsGuard contengono alcune note sul fatto che il VAERS include dati non confermati, o sono attenti nel definire i decessi avvenuti “successivamente” alla somministrazione di un vaccino invece di affermare che sono stati “causati dal” vaccino.

Ad esempio, Children’s Health Defense ha scritto in un articolo del febbraio 2021: “Il VAERS è il meccanismo principale per segnalare le reazioni avverse al vaccino negli Stati Uniti. I rapporti presentati al VAERS richiedono ulteriori indagini prima di poter confermare che una reazione avversa sia collegata a un vaccino”.

Tuttavia, questi avvertimenti, laddove esistono, sono spesso lasciati in secondo piano tramite titoli assertivi o fuorvianti, una pubblicazione lunga e dettagliata dei dati del VAERS, speculazioni o domande su cosa potrebbero significare i dati, e dubbi sulla sicurezza ed efficacia dei vaccini stessi.

Ad esempio, gli attivisti no-vax sostengono spesso che i dati del VAERS sono ampiamente sottostimati concludendo che si stia effettivamente verificando un numero molto maggiore di reazioni avverse. Joseph Mercola, che ha ricevuto una lettera di avvertimento dalla FDA a febbraio per la commercializzazione di false cure contro il COVID-19, ha dichiarato in un articolo: “Secondo uno studio del Dipartimento della salute e dei servizi umani [HHS] degli Stati Uniti, meno dell’1% delle reazioni avverse ai vaccini vengono segnalate al VAERS” concludendo che “ci possono essere, in realtà, oltre 1 milione di danni da vaccino contro il COVID, dal momento che il 99% di solito non viene segnalato”.

È vero che un report del 2011 della compagnia di assicurazione sanitaria Harvard Pilgrim Health Care presentato all’HHS ha affermato che “viene segnalato meno dell’1% ddelle reazioni avverse ai vaccini”, pure senza citare una fonte specifica a sostegno di quella cifra. Tuttavia, soprattutto vista l’entità della campagna vaccinale contro il COVID-19, è fuorviante affermare che tutte le reazioni avverse al vaccino siano ugualmente sottorappresentate nei dati del VAERS, o che la cifra dell’1% possa essere utilizzata per calcolare, con precisione, il numero “reale” di reazioni avverse.

“Una potenziale spiegazione per la scarsa segnalazione di reazioni lievi potrebbe essere che molte sono prevedibili, e quindi le persone non sentono il bisogno di segnalarle. Ad esempio, le braccia doloranti sono una reazione attesa, quindi le persone potrebbero decidere di non segnalarla al VAERS”, ha spiegato ad Agence French-Presse nel dicembre 2020 l’Ufficio per la sicurezza dell’immunizzazione dei CDC.

Shaydanay Urbani, Partnership e Program Manager di First Draft News, un’organizzazione senza scopo di lucro attiva per combattere la misinformazione e la disinformazione, ha spiegato a NewsGuard che, anche se gli articoli citano quanto si afferma sul sito del VAERS per spiegare che i dati non sono verificati – cosa che Children’s Health Defense fa nei suoi rapporti – tale precisazione fa ben poco nell’aiutare i lettori che cercano di prendere una decisione informata sulla sicurezza dei vaccini contro il COVID-19.

“Secondo me, non è sufficiente citare il disclaimer, se stai usando i dati [del VAERS], perché alla fine, se quello che sta facendo il tuo articolo è citare i dati, traendo una conclusione, per poi dire che i dati non sono verificati, allora che articolo è?”, ha detto Urbani. “Come si può considerare questo modo di scrivere, offrire informazioni affidabili al pubblico? Che ruolo hai avuto nell’aiutare le persone a capire cosa sta succedendo con il vaccino?”.

Trasparenza, affidabilità, misinformazione: la storia del VAERS

Il VAERS è stato fondato nel 1990 dai CDC e dalla FDA in risposta al National Childhood Vaccine Injury Act (NCVIA) del 1986, che tra le altre disposizioni richiedeva agli operatori sanitari di segnalare le reazioni avverse che potevano essere state causate dai vaccini.

Prima del lancio del VAERS, il numero di azioni legali contro i produttori di vaccini e gli operatori sanitari era aumentato notevolmente negli anni ’70 e ’80. Ciò significava che i produttori erano costretti a risarcire individui e famiglie per presunti danni da vaccino, come ad esempio nel caso del vaccino contro difterite-pertosse-tetano (DPT), anche se non c’erano prove scientifiche a sostegno delle richieste di risarcimento.

Di conseguenza, molte aziende farmaceutiche hanno cessato la produzione di vaccini proprio per il timore di potenziali responsabilità e spese legali e costi di risarcimento. Ad esempio, solo una società statunitense ha prodotto il vaccino DPT fino alla fine del 1984. Il Congresso degli Stati Uniti ha fatto fronte a questa situazione approvando l’NCVIA al fine di ridurre la potenziale responsabilità legale e affrontare le preoccupazioni sulla sanità pubblica.

Chiunque può segnalare al VAERS in modo anonimo una reazione avversa presumibilmente causata da un vaccino.
(Screenshot via NewsGuard)

Oltre ad aver identificato il raro rischio di coaguli di sangue che possono verificarsi in seguito alla somministrazione del vaccino Johnson & Johnson contro il COVID-19, il VAERS ha aiutato gli scienziati a identificare i rischi associati ad altri vaccini.

Nell’ottobre 1999, il vaccino RotaShield, che previene la gastroenterite da rotavirus (grave diarrea e disidratazione) è stato volontariamente ritirato dal mercato statunitense dal suo produttore in seguito alle segnalazioni di reazioni avverse al VAERS. La decisione è stata presa poco più di un anno dopo l’approvazione del vaccino negli Stati Uniti nell’agosto 1998 in seguito alle segnalazioni di intussuscezione in alcuni bambini, un raro tipo di ostruzione intestinale, verificatasi dopo la somministrazione del vaccino.

“Non me lo dimenticherò mai, ero il direttore del programma di immunizzazione degli Stati Uniti quando abbiamo lanciato il nostro primo vaccino contro il rotavirus”, ha detto a NewsGuard il dottor Walter Orenstein, direttore associato dell’Emory Vaccine Center e professore di malattie infettive presso la Emory School of Medicine. “Il capo della mia divisione dei servizi di immunizzazione è venuto da me e mi ha detto che c’era una serie di casi di intussuscezione”.

Tuttavia, le reazioni avverse sono sempre state soggette a false segnalazioni, come nel caso di LYMErix, un vaccino che previene la malattia di Lyme.

Il vaccino è stato approvato dalla FDA nel dicembre 1998 e raccomandato dal Comitato consultivo per la salute degli Stati Uniti (ACIP) nel 1999 per le persone che vivono in aree ad alto rischio di malattia di Lyme o che svolgono attività in cui sono frequentemente esposte alle zecche. LYMErix ha ricevuto grande copertura mediatica, in piccola parte anche sui potenziali rischi del vaccino.

Segnalazioni di reazioni avverse che sarebbero state causate da LYMErix hanno iniziato ad apparire sul VAERS circa un anno dopo che è stato concesso in licenza dalla FDA. Queste segnalazioni hanno ricevuto un’ampia copertura mediatica e le persone che affermavano di essere state danneggiate dal vaccino sono state etichettate come “vittime del vaccino”. Nel dicembre 1999, lo studio legale di Filadelfia Sheller, Ludwig & Bailey ha intentato un’azione legale collettiva contro il produttore di LYMErix.

Sebbene ulteriori studi condotti dalla FDA e SmithKlineBeecham non abbiano trovato alcuna prova che il vaccino stesse provocando tali danni, gli scienziati hanno scoperto che alcune persone potrebbero essere state geneticamente predisposte ad avere un rischio maggiore di sviluppare artrite cronica resistente al trattamento dopo aver ricevuto LYMErix.

La FDA ha formato un comitato consultivo su LYMErix nel gennaio 2001, tra cause in corso e preoccupazione dei cittadini e dei media. Il gruppo di esperti ha concluso che i benefici di LYMErix ne superavano i rischi e sebbene il vaccino rimanesse disponibile per l’uso, le sue vendite sono diminuite drasticamente.

Nel febbraio 2002, il produttore di LYMErix lo ritirò volontariamente dal mercato statunitense. La società ha risolto quelle che erano diventate diverse azioni legali collettive. Tuttavia, ha precisato che LYMErix non era responsabile di danni alla salute e che la società aveva preferito risolvere le cause in corso per motivi economici. La FDA non ha revocato la licenza di LYMErix, ma attualmente non è disponibile alcun vaccino contro la malattia di Lyme.

I sistemi europei offrono un sistema di protezione

La campagna vaccinale prosegue, o in alcuni casi inizia, e anche i paesi europei, Italia inclusa, fanno affidamento sui propri sistemi di monitoraggio delle reazioni avverse. Sistemi che hanno alcune somiglianze e alcune differenze rispetto al VAERS.

Come il VAERS, le segnalazioni di reazioni avverse in Italia, Francia, Germania e Regno Unito possono essere inviate da chiunque. Tuttavia, di questi paesi, solo la Germania accetta segnalazioni anonime (anche se il Paul-Ehrlich-Institut, l’istituto federale tedesco per i vaccini e la biomedicina, esorta comunque le persone a fornire tutte le informazioni disponibili).

Il sistema del Regno Unito, chiamato Yellow Card Scheme, è stato istituito nel 1964 sulla scia dello scandalo della talidomide, un farmaco prescritto alle donne in gravidanza che ha provocato problemi su migliaia di nascituri. Per i vaccini contro il COVID-19, il Regno Unito ha preferito pubblicare report riassuntivi delle segnalazioni, piuttosto che dati grezzi.

Lo stesso vale per Francia, Italia, e Germania, a differenza degli Stati Uniti.

In un’intervista telefonica con NewsGuard, Mehdi Benkebil, vicedirettore della vigilanza presso l’ANSM, l’Agenzia nazionale francese per la sicurezza dei farmaci, ha spiegato: “Abbiamo scelto di non pubblicare i dati grezzi, ma di pubblicare le informazioni analizzate da un punto di vista scientifico e medico”.

Anna Rosa Marra, Dirigente dell’Area Vigilanza Post-Marketing dell’AIFA, ha condiviso lo stesso punto di vista spiegando a NewsGuard: “La politica adottata dall’AIFA è quella della trasparenza supportata da dati scientifici. Noi per fornire dati al pubblico, sia generale che specialistico, abbiamo scelto di pubblicare un report a cadenza mensile con analisi dei dati riferiti ai vaccini in uso sul nostro territorio dando la possibilità di accedere a informazioni in maniera aggregata, tali però da non nascondere nulla”.

In Francia, tutte le segnalazioni di reazioni avverse vengono analizzate presso un centro di farmacovigilanza, da un medico o da un farmacista, e i pazienti vengono contattati in caso di reazioni gravi. Benkebil ha affermato che, sebbene non abbia sentito di alcun caso di false segnalazioni su specifiche reazioni al vaccino contro il COVID-19, l’ANSM sarebbe comunque preparata per affrontare questa eventualità. “In genere, è qualcosa che identificheremmo facilmente… È a questo che servono i nostri esperti”, ha spiegato.

Neanche Marra ha mostrato preoccupazione per false segnalazioni, anche perché, come ha affermato “C’è un aumento delle segnalazioni da operatori sanitari con i vaccini COVID rispetto agli altri vaccini o agli altri farmaci secondo i trend abituali”. “Prevalentemente le segnalazioni arrivano da operatori sanitari, circa l’81%, quindi sono attendibili nella loro completezza di informazioni”, ha concluso.

Questa è una tendenza opposta rispetto a quella osservata nel VAERS, in cui la maggior parte delle segnalazioni arriva dai singoli pazienti.

Le segnalazioni delle singole nazioni in Europa vengono inviate a EudraVigilance, il database dell’Unione europea gestito dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA), che dispone di dati grezzi visualizzabili dagli utenti. La home page, tuttavia, include tre punti elenco di “Informazioni chiave”, tra cui “Le informazioni sui sospetti effetti collaterali non devono essere interpretate nel senso che il medicinale o il principio attivo causa l’effetto osservato o non è sicuro da usare”. I singoli individui non possono effettuare segnalazioni direttamente a EudraVigilance: le loro segnalazioni devono prima passare attraverso l’agenzia del loro paese, come l’AIFA per l’Italia o l’ANSM per la Francia.

Marra ha spiegato a NewsGuard che il sistema è come una piramide, con EudraVigilance in cima, e il personale locale che fa i primi passi per validare le segnalazioni alla base.

“La rete nazionale di farmacovigilanza italiana è coordinata dall’AIFA e l’AIFA coordina a sua volta i centri regionali di farmacovigilanza e in ogni struttura sanitaria è presente un responsabile locale di farmacovigilanza. I responsabili locali, che sono tutti censiti e autorizzati da AIFA, sono quelli che validano la segnalazione”, ha affermato Marra.

Naturalmente, la popolazione in questi paesi, e quindi il numero di segnalazioni di reazioni avverse, è inferiore rispetto a quella degli Stati Uniti. Oltre alle differenze nella presentazione dei dati, questo potrebbe essere un altro motivo per cui, secondo lo studio di NewsGuard, i siti europei considerati inaffidabili che diffondono informazioni false sui vaccini fanno riferimento più frequentemente alle segnalazioni del VAERS piuttosto che a quelle nazionali.

Infatti, in Europa, molti siti considerati inaffidabili da NewsGuard, che pubblicano informazioni false sui vaccini, citano i dati del VAERS – una fonte straniera – per sollevare paure e dubbi sulla sicurezza dei vaccini nei loro paesi.

Nel gennaio 2021, per esempio, il sito italiano Renovatio21.com ha pubblicato un articolo dal titolo “Vaccino, 55 morti negli USA (secondo un documento ufficiale)”, che affermava: “Cinquantacinque persone sarebbero morte negli Stati Uniti dopo la somministrazione del vaccino Pfizer e Moderna. Lo rivela l’ultimo report sulla farmaco vigilanza prodotto dal VAERS”.

E ancora, nel febbraio 2021, il sito italiano DataBaseItalia.it ha pubblicato un articolo intitolato “Vaccini a mRNA: negli Stati Uniti i primi segni di un disturbo immunitario letale”. Sempre in febbraio ComeDonChisciotte.org titolava “Ad oggi ci sono almeno 271 morti e 9845 reazioni avverse dopo la vaccinazione per il COVID: dati del CDC”.

Nell’aprile 2021, il sito francese Planetes360.fr ha pubblicato un articolo basato sui dati VAERS che affermava: “736 persone sono morte entro 48 ore dopo aver ricevuto il vaccino COVID”.

Un articolo del gennaio 2021 sul sito di propaganda russa in Germania De.News-Front.info ha affermato: “Secondo il database del sistema federale di segnalazione degli eventi avversi dei vaccini degli Stati Uniti, 55 persone sono morte entro pochi giorni dalla vaccinazione. Vale la pena notare che ai pazienti che erano già morti sono stati iniettati sia il famigerato vaccino Pfizer che il farmaco Moderna”.

Questo non vuol dire che non vi sia misinformazione sui vaccini che fa riferimento ad altri sistemi di segnalazione di reazioni avverse. Il sistema britannico Yellow Card Scheme è stato citato da siti considerati inaffidabili da NewsGuard che spesso trattano le segnalazioni come vere e proprie relazioni causali tra il vaccino e le reazioni. Inoltre, coloro che riconoscono che il Yellow Card Scheme raccoglie semplicemente le segnalazioni inviate dagli utenti a volte sostengono comunque che tali segnalazioni siano indicative di una certa tendenza.

Ad esempio, un articolo del marzo 2021 pubblicato dal sito VernonColeman.com affermava: “Secondo le ultime segnalazioni Yellow Card dell’MHRA nel Regno Unito, 20 donne hanno avuto aborti spontanei e hanno perso i loro bambini non ancora nati dopo aver ricevuto uno dei vaccini a mRNA. Si potrebbe obiettare che alcune o tutte quelle donne avrebbero perso i loro bambini anche senza il vaccino. Ma non lo sappiamo. Nessuno lo sa”.

“Chi lavora in campo scientifico potrà anche strapparsi i capelli”

Il VAERS è stato utilizzato dagli scienziati come strumento investigativo per aiutare la ricerca, ed è stato utilizzato dagli attivisti no-vax per alimentare la misinformazione. Entrambi i gruppi, nonostante le differenze nel modo in cui usano i dati del VAERS, tendono a concordare sul fatto che i vantaggi del sistema siano superiori ai suoi limiti e che ci sia valore nella trasparenza che lo caratterizza.

Secondo Ellenberg, docente presso l’Università della Pennsylvania, un sistema trasparente, anche se rischia di essere utilizzato in modo improprio, è meglio di un sistema che tiene all’oscuro.

“Con l’accesso pubblico, ci potrà essere un’interpretazione sbagliata dei dati”, ha spiegato. “Ma senza accesso pubblico, penso che sia peggio. Perché poi hai solo persone che immaginano cosa ci possa essere lì. E questo può essere addirittura peggio”.

Le opinioni sul VAERS sono simili nel mondo dei no-vax, anche se il sistema non viene usato da questi gruppi per lo scopo previsto.

Barbara Loe Fisher, co-fondatrice e presidente del National Vaccine Information Center, ha detto a NewsGuard che il VAERS consente alle persone che hanno ricevuto un vaccino o alle loro famiglie di presentare segnalazioni “nel caso in cui un produttore di vaccini non segnali una reazione avversa grave” e controllare se è stata ricevuta. Ha poi osservato che “la trasparenza del VAERS garantisce anche che gli scienziati abbiano libero accesso al database come strumento di ricerca”.

I vantaggi del VAERS ne superano effettivamente i limiti? Non c’è una risposta. La professoressa Ellenberg ha detto di credere che spiegare alle persone come funziona e a cosa serve il sistema sia il modo migliore per contrastare qualsiasi danno non intenzionale possa derivare da un uso improprio dei suoi dati.

“Chi lavora in campo scientifico potrà anche strapparsi i capelli per il modo in cui alcuni interpretano male i dati”, ha affermato. “Tutto ciò che possiamo fare è continuare a cercare di istruire le persone”.


Inviaci le tue domande o le tue idee.


Scarica NewsGuard

Installa il nostro plugin per vedere sul browser del tuo computer le icone di NewsGuard nei risultati dei motori di ricerca e nei feed di Facebook, Twitter e LinkedIn. Scarica la nostra app mobile, disponibile per iOS e Android.