A cura di Madeline Roache, Sophia Tewa, Alex Cadier, Chine Labbe, Virginia Padovese, Roberta Schmid, Edward O’Reilly, Marie Richter, Karin König, McKenzie Sadeghi, Chiara Vercellone, Zack Fishman, Natalie Adams, Valerie Pavilonis, Shayeza Walid, Kelsey Griffin, Coalter Palmer, Andie Slomka, Louise Vallée, Akshata Kapoor, Eva Maitland, Macrina Wang e Kathryn Palmer | Ultimo aggiornamento: 6 settembre 2024
Tradotto da Giulia Pozzi, Sara Badilini ed Eleonora Francica
Le false narrazioni sull’Ucraina, molte delle quali promosse dagli apparati di propaganda del Cremlino, circolavano online già mesi prima che le forze russe invadessero il Paese il 24 febbraio 2022. Dalle affermazioni false riguardanti un presunto genocidio perpetrato dall’Ucraina nei confronti dei suoi abitanti di lingua russa, fino all’idea che l’ideologia nazista sia radicata nella leadership politica del Paese: queste sono solo alcune delle decine di narrative utilizzate per giustificare l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
NewsGuard ha sfatato più di 240 narrazioni false relative alla guerra tra Russia e Ucraina e ha identificato 626 siti che hanno contribuito a diffonderle. La maggior parte delle notizie false nega le atrocità perpetrate dalla Russia in Ucraina o demonizza gli ucraini. Altre notizie false sfatate da NewsGuard riguardano invece contenuti filo-ucraini e anti-russi, che vanno dalle immagini manipolate del ‘Ghost of Kiev’ a filmati fuorvianti di presunti attacchi russi.
Monitoraggio di 626 siti che pubblicano disinformazione sul conflitto Russia-Ucraina
- Siti in inglese: 338
- Siti in francese: 61
- Siti in tedesco: 50
- Siti in italiano: 45
- Altri: 132
Ad oggi, il team di NewsGuard ha identificato e sta monitorando 626 domini – alcuni dei quali hanno già dato spazio in passato a propaganda e disinformazione filo-russe – che hanno pubblicato informazioni false sul conflitto tra Russia e Ucraina.
Tra questi ci sono fonti ufficiali dei media statali russi, come quelli che alcune piattaforme hanno temporaneamente bannato dall’inizio dell’invasione russa. Ma molti siti web che non sono armi di propaganda ufficiale del governo russo e non sono sanzionati dalle piattaforme promuovono contenuti falsi a sostegno del governo di Vladimir Putin. Queste fonti includono siti web anonimi, fondazioni e siti web di ricerca gestiti con finanziamenti non chiari, alcuni dei quali potrebbero avere collegamenti non dichiarati con il governo russo.
Alcuni dei siti più influenti noti per condividere propaganda filo-russa e disinformazione sono finanziati dal governo russo. Visualizza le schede informative di NewsGuard per alcuni di questi siti: RT, TASS e Sputnik News.
Il team di NewsGuard sta monitorando questi e le decine di altri siti che hanno pubblicato narrative di disinformazione su Russia e Ucraina e sul conflitto in corso, tra cui anche le bufale citate in questa pagina. Aggiorneremo questo report man mano che vengono identificate nuove false narrazioni e nuove fonti di disinformazione.
La Russia utilizza diverse strategie per introdurre, amplificare e diffondere narrazioni false e distorte in tutto il mondo, servendosi di un insieme di media statali ufficiali, siti web, account anonimi e altri metodi per diffondere propaganda che promuove gli interessi del Cremlino e mina i suoi avversari. I siti finanziati e gestiti dal governo utilizzano piattaforme digitali come YouTube, Facebook, Twitter e TikTok per lanciare e promuovere false narrazioni. NewsGuard monitora e analizza queste fonti e queste strategie dal 2018 e concede in licenza i suoi dati relativi agli sforzi di propaganda russa al Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, al Cyber Command degli Stati Uniti e ad altre entità del governo e della difesa.
Nel 2020, il Global Engagement Center del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, citando i report e i dati di NewsGuard, ha delineato le componenti chiave delle azioni di propaganda del Cremlino nel suo rapporto Pillars of Russia’s Disinformation and Propaganda Ecosystem.
Ricercatori, piattaforme, inserzionisti, agenzie governative o altre istituzioni interessate ad accedere all’elenco completo dei domini o ad avere dettagli sui nostri fact check possono contattarci qui.